È possibile ipotizzare un’inesplorata continuità teoretica – una sorta di comunione d’intenti – tra la filosofia di Hegel e quella di Whitehead? Se si porta il focus sulla nozione di processo, cruciale per entrambi, può risultare utile ed anzi auspicabile rendere la domanda terreno di indagine.
Nel dibattito metafisico contemporaneo, la filosofia del processo si presenta come una valida alternativa al paradigma filosofico tradizionale, che fonda la comprensione del reale a partire da enti e sostanze. Una tale concezione è reputata inadeguata a descrivere la complessità diveniente in cui viviamo: l’idea guida dell’ontologia processuale suggerisce piuttosto che l’essere è essenzialmente dinamico, e che anzi la stessa domanda sull’essere andrebbe riformulata. È importante rilevare che questo non pregiudica il concetto di permanenza, ma ne esige il ripensamento. A partire da qui, Whitehead indaga la realtà in termini di eventi, i quali si giocano sul nesso tra il processo che ciascuna cosa è e quello più ampio – l’accadere e il farsi del mondo – in cui essa è necessariamente implicata. Il reale è allora proprio esplicitazione della dinamicità dell’essere, gigantesco organismo di organismi in guisa di altrettanti processi fisici, sociali e cognitivi.
Sia pure in termini molto diversi, nel sistema hegeliano la realtà tutta è wirken, fare, prodotto in fieri dell’attività del concetto – ovvero manifestazione dello sviluppo cogente dell’idea. In questo senso, Hegel sottolinea come sia possibile intendere quel concreto che è il reale solo a partire dalle nozioni di svolgimento (Entwicklung) e di processo (Proze?). L’essere è divenire, auto-determinazione e auto-differenziazione dei suoi momenti e della loro relazione. E la Logica hegeliana, che del sistema è lo scheletro razionale, teorizza proprio l’attività, la assolutizza in quanto forma perpetua e creatrice.
Se da un lato, in Hegel, il processo ha un orientamento teleologico forte, dall’altro, nella cosmologia whiteheadiana, l’esigenza di svincolare il processo da qualsivoglia concetto di fine va di pari passo con la possibilità teorica della creatività. Ciò malgrado, in entrambe le posizioni di pensiero si tratta anzitutto di fornire una definizione adeguata della nozione di processo e, in secondo luogo, di utilizzarla per interpretare coerentemente il reale.
Si può, allora, effettivamente parlare di una continuità teoretica tra Hegel e Whitehead a partire da questo nucleo comune che è il processo? Sospendendo ogni facile risposta, affermativa quanto negativa, la proposta di questo volume intende orientarsi precipuamente in questa direzione.
Studiose e studiosi di autori e problemi trattati sono invitati a contribuire al fascicolo. Nuclei tematici suggeriti, ma non esclusivi, sono:
- intepretazioni hegeliane di Whitehead
- interpretazioni whiteheadiane di Hegel
- considerazioni sul concetto di fine, ovvero sul rapporto tra processo e fine
- processo e storia
- creatività e filosofia della natura.
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Lingue accettate: Italiano, inglese, francese, tedesco Deadline per l’invio degli articoli: 30/03/2023 Conferma di accettazione: 15/05/2023
Gli autori potranno inviare i propri contributi a hegelewhitehead@gmail.com entro il termine sopraindicato. I contributi dovranno includere un abstract e 5 parole chiave in inglese e non superare i 35.000 caratteri, note e spazi inclusi. I manoscritti ricevuti saranno sottoposti a procedura di double-blind peer review. Per qualsiasi informazione ulteriore è possibile contattare i curatori del volume: Alessia Giacone (alessia.giacone@unipv.it) e Luca Vanzago (luca.vanzago@unipv.it).
CALL FOR PAPERS – GIORNALE DI METAFISICA 1/2023
Process and Idea. Hegel and Whitehead
edited by A. Giacone and L. Vanzago
Is it possible to assume an unexplored theoretical continuity – a sort of common intent – between the philosophies of Hegel and Whitehead? If one focuses on the notion of process, crucial for both, it may be helpful and even stimulating to make this question as the starting point for a deeper investigation.
In the contemporary debate on metaphysics, process philosophy presents itself as a valid alternative to the traditional philosophical paradigm, which grounds the comprehension of reality on entities and substances. According to process philosophy, this position is naive and simply inadequate to describe the continuously changing complexity in which we live: the main idea of process suggests that being is essentially dynamic, and indeed that the question itself as to the nature of being should be reformulated. It is important to note that this account does not refute the concept of permanence but requires its reassessment. Hence, Whitehead investigates reality in terms of events, considering them as the interplay between the process of what each thing is and the wider process (the self-creation of the world) in which each thing is necessarily involved. Reality thus manifests the dynamism of being, conceived as a gigantic organism of organisms composed by just as large a variety of processes: physical, social, cognitive.
Albeit from a very different perspective, in Hegel’s system the whole of reality is wirken, to act; it is the ever-transforming product of the activity of concept, namely the expression of the cogent progress of the idea. In this regard, Hegel emphasises that one can only understand reality as the “concrete” through the notions of development (Entwicklung) and process (Proze?). Being is becoming, it is the self- determination and self-differentiation of its moments and their relationships. In the Logic, which is the rational framework of his system, Hegel puts forward that there is only this absolute activity, conceived as absolute insofar as it is a perpetual and creative form.
While in Hegel process needs to have a strong teleological orientation, in Whitehead’s view process should be made free from every purpose, and this philosophical gesture aims precisely to justify the theoretical possibility of creativity. Notwithstanding this, both positions attempt to firstly provide a consistent definition of the notion of process and, secondly, to use it in a coherent interpretation of reality. Thus, can one talk of a theoretical continuity between Hegel and Whitehead, starting from this common notion of process? Withholding any facile response, whether in support of or against this hypothesis, this special issue aims to investigate the huge potential of this inquiry.
Researchers and scholars are strongly encouraged to submit their manuscripts and contribute to the volume. Suggested areas of interest are:
- Hegelian interpretations of Whitehead;
- Whiteheadian interpretations of Hegel;
- remarks on the notion of purpose, with specific reference to the relationship between process and purpose;
- process and history;
- creativity and the philosophy of nature.
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Accepted languages: Italian, English, French, German
Deadline for the submission of the paper: 30/03/2023
Confirmation of acceptance: 15/05/2023
Authors are invited to send their contributions to hegelewhitehead@gmail.com by the deadline indicated above. Manuscripts are to include an abstract and 5 keywords in English and must not exceed 35.000 characters – footnotes and spacing included. Submitted contributions will undergo a process of double-blind peer review. For any further information, please contact the editors of the volume: Alessia Giacone (alessia.giacone@unipv.it) and Luca Vanzago (luca.vanzago@unipv.it).