VI Convegno CRISA
Roma, 28-30 gennaio 2026
Ripensare la postmodernità. Le società americane nel nuovo millennio
Il termine “postmoderno” appare per la prima volta alla metà degli anni Trenta in letteratura e negli studi storici. Nel 1932 lo scrittore Federico de Onís (2012) caratterizza con il termine “postmoderno” una corrente poetica che si contrappone al modernismo letterario spagnolo, mentre nel 1934 lo storico Arnold Joseph Toynbee (1958) definisce postmoderna la fase di imperialismo di fine Ottocento che inaugura una politica internazionale da parte degli Stati nazionali, con il passaggio ad una società di masse e di cultura di massa. A partire dagli anni Cinquanta e Sessanta il termine si diffonde anche in ambito sociologico, con Wright Mills che indica come “post-moderna” o “Quarta Epoca” il periodo successivo all’età moderna (Wright Mills 1959). Mentre agli inizi degli anni Settanta lo scrittore e teorico Ihab Hassan (1971) fa riferimento al termine “postmodernismo” per delineare gli aspetti che rendono l’arte e la narrativa postmoderna una forma di reazione al modernismo delle avanguardie artistico-letterarie del Novecento. Segue, tra gli anni Sessanta e Ottanta, lo sviluppo del postmodernismo architettonico, in reazione al funzionalismo modernista, attraverso l’introduzione del concetto di pluralismo stilistico, citazioni storiche e un uso spesso ironico del linguaggio architettonico (Jencks, 1984; Portoghesi 1982; Venturi 1966). In filosofia, infine, l’aggettivo “postmoderno” entra in uso soprattutto dalla fine degli anni Settanta, grazie al noto pamphlet di Jean-François Lyotard, La condizione postmoderna (1979), che apre una riflessione che si articolerà con varie sfumature fino alla fine degli anni Novanta del Novecento (Rorty 1983; Vattimo, Rovatti 1983; Vattimo 1985; Jameson 1991; Said 20032. Köhler 1977; Ferraris 2006). Successivamente, il dibattito sulla questione della postmodernità nelle varie discipline e contesti di discorso ha visto un impiego di tale categoria concettuale disparato, spesso e volentieri equivoco, che ne ha segnato differenti destini, a seconda delle differenti discipline Se, ad esempio, in filosofia il dibattito sulla postmodernità si è mostrato tanto problematico nel suo eterogeneo dispiegarsi quanto irrisolto e frainteso nelle possibili conseguenze, venendo infine abbandonato a favore del ritorno a un “nuovo” realismo (Ferraris 2012; De Caro, Ferraris 2012), nella letteratura americana si è delineato un superamento del postmodernismo letterario attraverso una narrativa post-postmodernista, i cui epigoni possono essere rintracciati in David Foster Wallace e Jonathan Franzen. Dagli anni Novanta, inoltre, il ripensamento della teoria architettonica del postmoderno non ha implicato un semplice rifiuto o ritorno nostalgico, ma piuttosto una sua evoluzione in risposta alle esigenze contemporanee, attraverso una revisione critica che ha portato al ritorno a forme più sobrie e alla nascita di un “neo-postmodernismo” più attento al contesto urbano e sociale, alla sostenibilità, alle nuove tecnologie e alla parametrizzazione digitale nell’architettura (Frampton, 1983; Koolhaas, 1995; Schumacher, 2008).
Il VI convegno del CRISA “Ripensare la postmodernità. Le società americane nel nuovo millennio”, che si terrà a Roma Tre tra il 28 e il 30 gennaio 2026 si offre come occasione di indagine e ripensamento multidisciplinare e interdisciplinare della postmodernità. In particolare, la storia, la sociologia, l’antropologia, la filosofia, la letteratura, l’architettura, la geografia, la musica e le arti visuali sono tutte discipline che hanno attraversato in vari modi una fase postmoderna. L’approccio multidisciplinare del VI convegno CRISA vuole approfondire lo stato della riflessione sulla postmodernità oggi.
Tra le possibili declinazioni del tema:
- Nascita e declino della postmodernità americana
- Il postmoderno nelle letterature (autori, tendenze, ricezione)
- Postmodernità e post-postmodernità
- Postmodernismo e post-colonialismo
- Il postmoderno nella storia
- Il postmoderno in filosofia
- Il postmoderno nelle arti visuali
- Il postmoderno nella musica
- Il postmoderno nelle scienze sociali
- Postmoderno e questioni etiche
- Postmoderno e politica
- Postmoderno ed economia
- Frammentazioni postmoderne
- Postmoderno ed eterogeneità
- Nuove forme scritturali (intermedialità, riscritture, parodie, rimediazioni, ecc.)
- Rottura dei generi
- Letteratura testimoniale e postestimoniale, memoriale e postmemoriale
- Realtà / finzione
- Molteplicità di punti di vista, frammentazione
- Cultura di dissenso e inclusione di pluralità
- Decentramento, dislocazione
- Rappresentazioni estetiche e artistiche nei nuovi contesti politici americani
- Questioni, critiche e autocritiche dei movimenti woke
La richiesta di partecipazione al convegno dovrà pervenire all’indirizzo email crisa@uniroma3.it entro il 10 settembre 2025 compilando l’apposita scheda comprensiva di titolo, abstract (max. 200 parole) e breve CV (max. 15 linee: posizione accademica o istituzionale, ambiti di ricerca, ultime tre pubblicazioni).
Le lingue ufficiali del convegno saranno: italiano, inglese, spagnolo, portoghese, francese.
Le proposte saranno vagliate dal Comitato Scientifico entro il 10 ottobre 2025.
Le relazioni dovranno essere comprese entro sei/sette cartelle a spazio 1,5 per una durata espositiva di 20/25 minuti.
ISCRIZIONE
La quota di iscrizione è di 120 euro. Per i pagamenti effettuati entro il 30 novembre 2025, la quota sarà ridotta a 80 euro.
Per i giovani studiosi (dottorandi, post-dottorandi, collaboratori e assegnisti di ricerca) la quota è di 40 euro.
Per i soli uditori, l’accesso è gratuito.
Le coordinate bancarie per la quota di iscrizione saranno inviate dopo l’accettazione della proposta da parte del Comitato scientifico.
COMITATO SCIENTIFICO E ORGANIZZATIVO:
Guido Baggio, Daniele Balicco, Marco Canciani, Camilla Cattarulla, Angela Di Matteo, Luca Diotallevi, Laura Fotia, Luigi Guarnieri Calò Carducci, Susanna Nanni, Valeria Ribeiro Corossocoraz, Sabrina Vellucci.